Uno straordinario viaggio fatto con gli occhi degli osservatori di un tempo, intellettuali ed artisti di tutto il mondo, quando si sono trovati di fronte alle meraviglie dei ritrovamenti di Ercolano (1738) e Pompei (1748).
La mostra “Ercolano e Pompei. Visioni di una scoperta” è un percorso nelle suggestioni che le città vesuviane, sepolte dall’eruzione del 79 d.C. e svelate dagli scavi del XVIII secolo, hanno esercitato su scienziati, archeologi, studiosi e interpreti d’eccezione, vissuti tra il Settecento e gli inizi del Novecento.
Il percorso espositivo, nato dalla sinergia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il centro culturale m.a.x. di Chiasso, è, dunque, una narrazione a ritroso nel tempo le cui tappe, oltre ad essere segnate da venticinque preziosi reperti archeologici, sono arricchite e corredate da lettere, taccuini acquerellati, incisioni, litografie, disegni, rilievi, matrici, gouaches, fotografie e cartoline.
In questa emozionante ricerca sul passato, effettuata grazie alla collaborazione con circa venti istituzioni e privati che hanno prestato le opere presenti nelle loro collezioni in Italia, Svizzera, Francia e Stati Uniti, il filo conduttore è lo stupore che ha pervaso l’animo di uomini illustri nel cogliere la bellezza delle vestigia archeologiche di Ercolano e Pompei: da Karl Jakob Weber ai Piranesi, da François Mazois a William Gell, da Luigi Rossini a Pietro Bianchi, da Giacomo Brogi ai fratelli Alinari, sono tantissimi i profili autorevoli che, quasi in nuce, si son fatti portavoce delle esigenze di tutela e valorizzazione delle città dissepolte.